lunedì 24 agosto 2015

La speranza di una politica economica congiunta, la risposta ai noeurini.

Mi piacerebbe che al prossimo Ecofin, i ministri delle finanze europee si confrontassero sul tema di come rilanciare l'economia. Che ogni ministro si presenti con una o più proposte - magari gli sherpa potrebbero lavorarci in modo congiunto - che guardi alla congiuntura, ma anche all'Europa tra 20 anni.  Misure da implementare congiuntamente, anche con i singoli bilanci dei Paesi Membri, ma con un unico intento: rilancio politico dell'Unione. 

Se fossi io il ministro delle finanze di un Paese UE proporrei un grande piano di infrastrutture fisiche e immateriali, che un'agenzia europea di appalti dovrebbe essere incaricata di sviluppare con risorse a carico del bilancio europeo. Basta alla burocrazia passiva di Bruxelles, direi nel mio intervento. 

Se così fosse, se il dibattito si concentrasse sulle misure e non sui numeri, i bilanci dei Paesi dell'Unione si muoverebbero all'unisono, evitando che siano solo alcuni Paesi ad indebitarsi di portarsi sopra la soglia, ormai psicologica e patologica, del 3%. Avrebbe senso il semestre europeo nel quale le politiche di bilancio si coordinano. Non si guarderebbe alla "bottom line", ma al contenuto delle manovre. Si farebbe politica economica e non contabilità di Stato. 

Questa sarebbe la risposta a quei movimenti noeurini che spaventano i veri europeisti, quelli che vogliono un futuro politico dell'Unione, non quella sbiadita degli europeisti dello zerovirgola. 

1 commento:

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